Nel panorama mondiale, l'efficienza energetica o, come si potrebbe chiamare in maniera più evoluta, l'uso efficiente dell'energia, è considerata, rispetto a tutte le fonti rinnovabili, quella più interessante sia per i volumi in gioco, sia per gli ampi margini di miglioramento che presenta nelle innumerevoli sfaccettature che la vita quotidiana propone.
In Italia, diversamente da mercati viziati da incentivi governati da regole incerte, la domanda di efficienza energetica nell'industria, nei trasporti, nella vita quotidiana è sostenuta dalla crescente sensibilità ambientale, ma soprattutto dalla necessità - accentuata in momenti di crisi - di minimizzare le spese.
L'efficienza energetica è la chiave più importante per un futuro a basse emissioni. Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia essa potrebbe arrivare ad abbattere le emissioni nocive del 56%.
La norma UNI CEI EN ISO 50001:2011, che detta i requisiti che un sistema per la gestione dell'energia deve possedere, definisce come "efficienza energetica" il "rapporto fra i risultati in termini di prestazioni, servizi, beni o energia, e l'immissione di energia" che li genera.
Per noi, l'efficienza energetica è il rapporto fra l'energia auto-prodotta dall'edificio e quella necessaria a soddisfarne i medesimi bisogni, oppure, nel caso degli impianti di generazione, fra l'energia auto-prodotta e quella necessaria alla produzione stessa.
L'efficienza energetica aumenta all'aumentare dell'energia auto-prodotta e/o al diminuire dell'energia assorbita dalle varie utenze, a parità di risultato finale, ovvero senza modificare le proprie necessità, per gli edifici, mentre per gli impianti, al diminuire dell'energia sfruttata per la produzione.